Il Festivaletteratura si caratterizza per un’impronta ecologica. Da dove nasce questa spinta ai temi ambientali?
Più che si caratterizza, diciamo che dallo scorso anno abbiamo idea di quanto sia la nostra impronta ecologie ovvero l’impatto che il nostro festival genera nei 5 giorni della sua durata. A febbraio 2020 abbiamo infatti per la prima volta misurato le nostre emissioni (relative a Festivaletteratura 2019) grazie al supporto del Comune di Mantova e all’interno del progetto europeo C-change di cui abbiamo fatto parte, con uno strumento (sviluppato da myclimate foundation) che ci ha permesso di analizzare le principali aree di emissioni generate dalla nostra manifestazione. Il risultato è stato una doccia fredda perché non ci aspettavamo un valore tanto alto (1000 tonnellate di Co2).
Da questa rinnovata consapevolezza rispetto all’impatto della nostra manifestazione è scaturita una forte spinta a riprendere tutte le buone pratiche che già erano in atto dal 2011 e integrarle con nuove e più sfidanti azioni per l’anno in corso.
In che modo anche la cultura può essere green?
Ci piace pensare che il ruolo della cultura sia triplice nella lotta alla crisi climatica già purtroppo in corso.
Da un lato infatti, come abbiamo dimostrato, è possibile iniziare a porre in atto una serie di buone pratiche che possono ridurre efficacemente le emissioni generate dalle manifestazioni culturali, dall’altra ci dobbiamo sempre più rendere conto di come la cultura sia di fatto un megafono molto importante per continuare a sensibilizzare il pubblico rispetto all’urgenza dei temi ambientali.
Ma siamo anche sempre più convinti, e siamo stati tra i primi a portare questo ragionamento all’interno del nostro programma, che il ruolo della cultura e dell’arte sia anche quello di mostrare la via verso un futuro desiderabile che possiamo effettivamente raggiungere se tutti agiamo nella stessa direzione. Grazie alle parole di narratori e narratrici, possiamo creare un immaginario collettivo di un futuro sostenibile che non spaventi come gli scenari catastrofici utilizzati fino ad ora hanno fatto, ma che invogli la collettività ad agire per trarne beneficio.
In che modo il progetto Consapevolezza Verde attraversa tutto il programma del Festival?
Da oltre 10 anni, Consapevolezza Verde è quella parte di programma che racchiude - sotto il simbolo della fogliolina verde - tutti gli eventi dedicati alla creazione di una sensibilità ecologica collettiva. Negli anni abbiamo ospitato i grandi pensatori italiani ed internazionali come Vandana Shiva, Naomi Klein, Carlo Petrini, Luca Mercalli e tanti altri e proprio ascoltando le loro voci ci siamo resi conto di quanto fosse necessario agire.
All’interno del programma di quest’anno gli eventi di Consapevolezza Verde sono i seguenti:
Quali azioni concrete per l’ambiente vengono messe in atto durante lo svolgimento del Festival?
A maggio di quest’anno abbiamo lanciato il nostro Piano d’azione per un Festival a ridotto impatto ambientale che è scaricabile dal nostro sito nella sezione Impronta ecologica. Questo documento racchiude tutte le buone pratiche che abbiamo definito per quest’anno. In particolare ci siamo concentrati sulla macro area legata alla mobilità in quanto dall’analisi della nostra impronta ecologica è risultata essere quella che crea le maggiori emissioni.
Per favorire una mobilità sostenibile del pubblico, sono state poste in essere le seguenti azioni:
Buone pratiche attivate in questo senso per i viaggi degli autori ospiti della manifestazione sono:
Le azioni intraprese per favorire una mobilità sostenibile all’interno della città sono le seguenti:
Com’è stata rimodulata l’offerta culturale del Festival in questa edizione ancora segnata dal contesto di pandemia?
L’esperienza del 2020 (il festival si è fatto anche allora!), seppur molto faticosa, è stata un enorme laboratorio di idee: nuovi format, nuove modalità di incontro dal vivo, nuovi canali attraverso i quali raggiungere il pubblico anche in piena pandemia (la radio, un Almanacco cartaceo di oltre 300 pagine, appuntamenti con l’autore in collegamento da remoto, e via discorrendo). Quest’anno faremo tesoro di tante di quelle magnifiche esperienze (riproporremo per esempio la radio, con un palinsesto articolato in ben quindici programmi), ma punteremo anche a una maggiore presenza del Festival in piazza. La pandemia ci insegna ad adattarci, a essere creativi, a riconoscere il valore di cose che magari un tempo davamo per scontate e invece non lo sono affatto, su tutte la bellezza dell’incontro dal vivo tra publico e autori in ogni parte della città. Nei limiti consentiti, faremo sì che più ospiti stranieri siano presenti a Mantova a settembre e che modalità di incontro sperimentate per la prima volta nel 2020 come Piazza balcone, le collane in biblioteca o il furgone poetico – senza dimenticare i percorsi d’autore per riscoprire sotto nuova luce spazi urbani a lungo preclusi –, passino dal rodaggio a un’autentica consacrazione. Avremo anche molte novità accanto a incontri e rassegne tradizionali: un jukebox dantesco che dalla radio passa alle piazze del centro, con il pubblico coinvolto attivamente nella scelta delle terzine della Commedia; una panchina epistolare incentrata sul bellissimo carteggio tra Guido Gozzano e Amalia Guglielminetti; un’istallazione dedicata alla scuola e alle idee per valorizzarla; un percorso sull’odonomastica e molti altri progetti!
Arianna Tonelli
Festivaletteratura