Che cosa sta succedendo agli standard per la rendicontazione di sostenibilità?
Il 2023 ha portato con sé l’inizio di un’evoluzione che traghetterà le imprese italiane ed europee verso un nuovo modo di rendicontare le proprie performance ESG.
LA NUOVA EDIZIONE DEI GRI UNIVERSAL STANDARDS
Dal primo gennaio 2023 è entrata in vigore la nuova versione degli Standard GRI che porta con sé alcuni cambiamenti in particolare all’interno degli Universal Standard (GRI 101, GRI 102 e GRI 103) al fine di migliorare il modo in cui le organizzazioni li utilizzano per comunicare i propri impatti sull’economia, l’ambiente e le persone e migliorare dunque anche la qualità e la coerenza della rendicontazione di sostenibilità. In particolare le modifiche riguardano l’allineamento a principali framework internazionali sulle attività di due diligence sui diritti umani e sostenibilità e in qualche modo anticipa, o prevede, la possibile futura pubblicazione della Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence che coinvolge le imprese di grandi dimensioni. Con lo stesso approccio è stata modificata anche l’analisi di materialità, con l’introduzione del concetto di due diligence. La nuova informativa presenta una vera e propria guida per l’azienda al processo di definizione dei temi materiali, oltre a comprendere tre informative che prevedono modalità con le quali l’azienda determina, elenca e gestisce ciascuno di questi temi. Infine sono state abbandonate le opzioni di reporting “Core” e “Comprehensive”.
LA CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE E GLI ESRS STANDARDS
La CSR Directive ovvero la Direttiva UE 2022/2464 pubblicata sulla Gazzetta Europea il 14 dicembre 2022 è evoluzione della precedente Direttiva Europea sulla rendicontazione delle informazioni non finanziarie (NFRD) del 2014. E’ possibile considerarla come è un atto di trasparenza su questioni ambientali, sociali e di governance, una tappa fondamentale della politica UE in materia di sostenibilità ambientale e sociale.
Tra gli scopi per cui è stata pubblicata c’è anche l’armonizzazione della rendicontazione di sostenibilità in Europa e la lotta alle dichiarazioni di sostenibilità inesatte, fuorvianti in particolare se utilizzate per ottenere vantaggi competitivi; è quindi anche uno strumento di lotta al green e social washing.
La Direttiva prevede che per la rendicontazione delle performance di sostenibilità siano utilizzati degli standard specifici elaborati dallo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) chiamati European Sustainability Reporting Standards (ESRS) e che dovranno supportare le imprese ad integrare i propri bilanci economici con le prestazioni ambientali e sociali. Sempre più spesso infatti è necessario conoscere non solo gli impatti delle attività aziendali sulle matrici ambientali e in ambito sociale come previsto da GRI Standard ma anche dare una prospettiva agli investitori sui temi ESG rilevanti per l’azienda dal punto di vista finanziario (come previsto ad esempio dallo standard SASB). È stato quinti coniato il concetto di “doppia materialità” per unire le due prospettive e ampliare le potenzialità della rendicontazione.
QUALI ALTRI ELEMENTI DELLA CSR DIRECTIVE SONO IMPORTANTI?
Innanzitutto l’entrata in vigore prevista in modo progressivo; infatti le regole inizieranno ad essere applicate tra il 2024 e il 2028:
- dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025;
- dal 1° gennaio 2025 per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026;
- dal 1° gennaio 2026 per le PMI e le altre imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028.
Inoltre, non essendo direttamente applicabile dagli Stati Europei dovrà essere recepita entro il 6 luglio 2024 dall’Italia così come dalle altre nazioni europee.
Le imprese saranno anche soggette a controlli e certificazioni indipendenti per assicurare che i dati forniti siano affidabili. La dichiarazione sulla sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili. Inoltre, dovrà essere garantito l’accesso digitale alle informazioni sulla sostenibilità.
COME MUOVERSI IN QUESTO CONTESTO IN EVOLUZIONE?
Per fare in modo che la propria azienda possa arrivare preparata al traguardo della dichiarazione di sostenibilità secondo gli standard europei e internazionali serve un “nuovo percorso” da mettere a terra.
È necessario che le aziende costruiscano o modifichino il proprio sistema di raccolta e monitoraggio delle performance di sostenibilità per essere “in compliance”, è utile il progressivo coinvolgimento e allineamento delle diverse funzioni aziendali e non è facile portarlo a termine in poco tempo.
Il Gruppo Tecnologie d’Impresa può mettere a disposizione uno staff di specialisti per supportare i clienti in questo “ nuovo percorso” di rendicontazione di sostenibilità.