Il ritorno alla nostra più o meno abituale vita, ci sta costringendo a riadattarci a una giornata simile ma non uguale a quella gestita sino al periodo, ormai percepito come lontano, pre covid; stiamo dunque mettendo in campo le nostre risorse e capacità di riadattamento, alcuni più facilmente, qualcun altro con qualche, comprensibilissima, fatica.
In tanti si staranno probabilmente chiedendo… come mai non mi va più di uscire di casa? E’ giusto che non senta motivazione nel riattivare “ritmi più normali”?...in gergo tecnico, potrei aver sviluppato tratti da Sindrome della capanna o del prigioniero?
La Sindrome della Capanna, cabin fever in inglese, detta anche Sindrome del Prigioniero, si riferisce a uno stato di smarrimento e implica la voglia di continuare a rimanere al sicuro nel proprio rifugio.
Uscire nuovamente dopo mesi e sperimentare una sensazione mista di paura, insicurezza, tristezza o ansia può corrispondere a questo particolare fenomeno che può manifestarsi in seguito a lunghi periodi di distacco dalla realtà.
Un malessere che sta interessando un gran numero di persone in questo specifico momento di ripresa dopo il lungo lockdown.
A tale scopo, supportiamo le aziende a predisporre uno spazio dedicato ai lavoratori, spazio nel quale le persone portano e condividono il proprio disagio, strutturando insieme allo specialista strategie di coping e modalità più funzionali di gestione dello stato psico emotivo attuale e delle relative conseguenze.
Il progetto è inteso come uno spazio di ascolto e sostegno a cui può fare riferimento ogni dipendente per trovare un supporto in cui esprimere i propri bisogni e le proprie difficoltà, all’interno di una relazione con una figura specialistica psicologica, in un setting protetto e coperto dal segreto professionale.
Per informazioni:
Buona ripresa!
Giulia Lembo, psicologa