In data 27n Dicembre 2020, è partita in Italia la campagna vaccinale per la prevenzione della malattia COVID-19, causata dal virus Sars-Cov-2.
Attualmente, sono stati approvati due vaccini: il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty), prodotto da BioNTech/Pfizer (https://www.fda.gov/emergency-preparedness-and-response/coronavirus-disease-2019-covid-19/pfizer-biontech-covid-19-vaccine) , il quale viene attualmente somministrato nel nostro paese, e il vaccino COVID-19 mRNA prodotto da Moderna, approvato ieri dall’AIFA e attualmente non ancora somministrato in Italia.
Vi invitiamo a seguirci perché pubblicheremo a breve un approfondimento sulle principali differenze relative ai vaccini attualmente approvati:
Per ora, ecco alcune Q&A riguardo il vaccino Comirnaty, destinato ai soggetti di età pari o superiore a 16 anni.
Il vaccino Comirnaty contiene una molecola, l’RNA messaggero (mRNA), con le istruzioni per produrre una proteina presente sul virus Sars-CoV-2. I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike, che agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule.
Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il SARS-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.
L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione.
Comirnaty contiene: un RNA messaggero che induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2, racchiuso in due liposomi, dei lipidi sintetici che contribuiscono a formare le vescicole che veicolano il vaccino. Sono presenti eccipienti utilizzati solitamente per i vaccini.
Gli studi sui vaccini anti COVID-19 sono iniziati nella primavera 2020, ma hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di persone: dieci volte superiore agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini. Perciò è stato possibile realizzare uno studio di grandi dimensioni, sufficienti per dimostrare efficacia e sicurezza. Non è stata saltata nessuna delle regolari fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza del vaccino.
Due dosi del vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) somministrate a distanza di 21 giorni l’una dall’altra possono evitare al 95% degli adulti dai 16 anni in poi di sviluppare la malattia COVID-19. La protezione è stata dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose (per l’esatto calendario delle somministrazioni, in allegato la figura esplicativa, fonte https://www.statista.com/chart/23681/pfizer-biontech-vaccination-process/). La durata della protezione non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi.
No, in quanto questo vaccino non utilizza virus attivi, ma solo una componente genetica del virus, e quindi non può causare malattie.
Attualmente non vi sono dati scientifici certi che possano rispondere con precisione a questa domanda. Per tale motivo, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19.
Le reazioni avverse osservate frequentemente, più di 1 persona su 10, sono stati: dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. In meno di 1 persona su 10, arrossamento nel sito di iniezione. In meno di 1 persona su 100, prurito nel sito di iniezione, dolore agli arti, ingrossamento dei linfonodi, difficoltà ad addormentarsi e sensazione di malessere. In meno di 1 persona su 1000, debolezza nei muscoli di un lato del viso.
Si, in quanto la vaccinazione non contrasta con una precedente infezione da COVID-19, ma potenzia la sua memoria immunitaria. Non è quindi utile alcun test prima della vaccinazione.
Il vaccino non è controindicato e non esclude le donne in gravidanza dalla vaccinazione. Studi di laboratorio su modelli animali non hanno mostrato effetti dannosi in gravidanza. Non ci siano studi sull'allattamento al seno, ma, sulla base della plausibilità biologica, non è previsto alcun rischio che impedisca di continuare l’allattamento al seno. Per questo motivo, l'uso del vaccino durante la gravidanza e l’allattamento deve essere valutato dopo consultazione con il medico responsabile della vaccinazione. Al momento, questo vaccino non è invece raccomandato nei bambini di età inferiore a 16 anni.
Per ulteriori domande, scriveteci pure a: medicinadellavoro@tecnoimp.it
Dott.ssa Rachele Penati