Non bisognerebbe mai ignorare le condizioni microclimatiche (livelli di temperatura, umidità, correnti e sbalzi d’aria) in cui ci troviamo tutti i giorni a lavorare… anche se spesso è l’ultimo dei nostri pensieri! Ebbene vi è una specifica misurazione che i Datori di Lavoro sono tenuti a fare per completare la valutazione dei rischi della loro attività: il microclima invernale (in inverno) ed estivo (in estate).
Perché? È molto semplice… l’essere umano è una struttura separata dall’ambiente che lo circonda e con esso ha intensi scambi termici attraverso i quali emana il calore generato e ne riceve altro. Dovendo mantenere costante la propria temperatura interna (indicativamente attorno ai 36/37 °C) deve poter dissipare, in caso di climi caldi, nell’ambiente il calore metabolico prodotto in eccesso mentre, al contrario, deve poterlo aumentare in caso di ambienti freddi.
Le temperature nei locali di lavoro devono dunque essere adeguate al nostro organismo, tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi necessari ma, anche, del grado di umidità e del movimento dell’aria! Non vi è quindi una precisa indicazione della temperatura da adottare, ed è necessario tenere sempre conto delle specifiche attività e delle temperature ambientali esterne, evitando sbalzi rapidi ed eccessivi.
I disagi e l’impatto sulla salute fisica e sul benessere psicologico dei lavoratori possono essere significativi. I colpi di freddo, successivi ad un forte stress termico, possono avere conseguenze molto gravi sull’organismo umano! Ad esempio possono provocare malesseri fisici a carico dell’apparato respiratorio, muscolo scheletrico e gastro intestinale.
Ma come reagisce il nostro corpo al freddo? Con un significativo intervento del nostro sistema di termoregolazione perché dobbiamo limitare un’eccessiva diminuzione della temperatura. Questa azione si traduce in: vasocostrizione, cioè i vasi sanguigni si restringono e il sangue rimane al centro, nelle zone più importanti, in modo che ci sia meno dispersione di calore alle estremità; piloerezione e tremore, cioè movimento dei peli attraverso i muscoli (la comune pelle d’oca) spesso associato al tremore muscolare con incremento della produzione di calore mediante i brividi. Per chi ha problemi cardiovascolari tutto questo non è certo un toccasana… il cuore infatti deve affrontare un lavoro extra per compensare il disequilibrio causato dall’accentramento del sangue.
Conseguenze da non dimenticare: una soluzione spesso utilizzata prevede l’installazione degli impianti di condizionamento. Ma bisogna fare attenzione… questi impianti hanno bisogno di una revisione accurata ai filtri dell’aria che, se mancante o non approfondita, può causare una proliferazione batterica con possibili ricadute a livello di rischio biologico con casi di contaminazione da legionella.
Attenzione quindi al microclima che risulta essere un parametro fondamentale per giudicare la qualità degli ambienti di lavoro per il benessere di tutti!
Per ulteriori domande o approfondimenti in merito al microclima, alla medicina del lavoro o alla contaminazione da legionella scriveteci a commerciale@tecnoimp.it.