Secondo i dati europei (EUROSTAT 2010) le patologie muscolo scheletriche rappresentano oltre il 55% di tutte le patologie professionali riconosciute nei sistemi assicurativi dei diversi paesi dell’Europa.
I dati INAIL dimostrano che in Italia le patologie muscolo-scheletriche professionali hanno avuto un rapido incremento dagli anni 2000: nel periodo 2010- 2013 riguardavano quasi il 60% di tutta la casistica di patologie professionali trattata dall’INAIL. Di queste, il 30% erano a carico degli arti superiori.
QUALI SONO I PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO?
Al lavoro…
Ripetere gli stessi movimenti per la gran parte del turno di lavoro soprattutto se lo si fa a frequenza elevata e con impiego di forza o assumendo posture scomode può comportare lo sviluppo di sofferenza, danno o patologia a carico delle strutture muscolo tendinee, dei nervi periferici o del sistema vascolare dell’arto superiore.
Ma non solo…
Sono noti anche fattori extra-lavorativi in grado di determinare o contribuire alla sofferenza, danno o patologia
Il tempo di latenza fra l’inizio della esposizione al fattore di rischio e la malattia è in media di 7 anni ma si riduce a 2 anni laddove ci sia impiego di forza
COME VALUTARE IL RISCHIO LAVORATIVO?
Il rischio derivante da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori viene valutato applicando il metodo OCRA, basato sullo studio dell’organizzazione del lavoro (tempi di lavoro ripetitivo e non, pause, rotazioni), della frequenza d’azione, delle posture che i distretti articolari assumono durante le fasi di lavoro (mano, polso, gomito e spalla), dell’impiego di forza e dei fattori complementari (fisici, organizzativi). Non viene studiata la singola attività ma viene studiata la mansione del lavoratore con tutte le attività che essa comporta al fine di avere un indice di rischio reale e dinamico.
COME RIDURRE IL RISCHIO LAVORATIVO?
LE 10 REGOLE D’ORO
Fonti: sbas linee guida per le imprese-ats brianza, epm research
Chiara Frezzini