Le allergie stagionali sono dovute all’esposizione a sostanze volatili (come i pollini), presenti solo in alcuni periodi dell’anno, e sono molto diffuse tra la popolazione.
Si manifestano solo in determinati periodi dell’anno, specialmente in primavera, estate o autunno, secondo del fattore scatenante dell’allergia. I sintomi interessano principalmente le membrane di rivestimento del naso, inducendo rinite allergica, o le membrane di rivestimento delle palpebre e del bianco degli occhi (congiuntiva), provocando congiuntivite allergica. La gravità dei sintomi varia in base alla stagione.
I pollini responsabili delle varie allergie variano in base alla stagione (vedi Figura):
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Sintomi
Questo tipo di allergia può causare prurito al naso, al palato, al retrofaringe e agli occhi. La componente pruriginosa può manifestarsi gradualmente o improvvisamente. Il gocciolamento nasale è caratterizzato da una secrezione acquosa di colore chiaro e a volte ostruzione nasale. Nei bambini, l’ostruzione nasale può causare un’infezione dell’orecchio. La mucosa nasale può divenire gonfia e assumere un colore rosso-bluastro.
Anche i seni paranasali possono ostruirsi, causando cefalea e occasionalmente infezioni sinusali (sinusite).
Gli occhi possono lacrimare, a volte in maniera abbondante, e prudere. Può comparire arrossamento del bianco degli occhi e gonfiore delle palpebre. Portare lenti a contatto può irritare ulteriormente gli occhi.
Altri sintomi includono tosse, sibilo e talvolta irritabilità e disturbi del sonno.
Molti soggetti con rinite allergica sono anche affetti da asma (che induce sibili respiratori), causata dagli stessi allergeni che contribuiscono alla rinite allergica e alla congiuntivite.
Diagnosi
Valutazione medica
Talvolta, un test cutaneo o un test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline
La diagnosi di allergie stagionali si basa sui sintomi e sulle circostanze in cui si manifestano, ossia se si verificano solo in determinate stagioni. Queste informazioni possono consentire ai medici di identificare l’allergene.
Valutazione medica
Prove allergiche:
Valutazione della secrezione nasale (se contiene eosinofili, globuli bianchi prodotti in grandi quantità durante una reazione allergica).
Prick test cutanei, che possono confermare la diagnosi e permettere l’identificazione dell’allergene. Per questi test, una goccia di ogni estratto viene applicata sulla superficie cutanea del soggetto e poi fatta penetrare con un ago. Quindi, si osserva l’eventuale reazione eritemato-pomfoide (una tumefazione pallida, leggermente in rilievo e circondata da una zona arrossata);
Test allergene-specifico con dosaggio delle immunoglobuline (IgE) su sangue.
Trattamento
Sintomi nasali:
Spray nasali a base di corticosteroidi
Farmaco antistaminico, assunto per via orale o come spray nasale, può essere usato al posto od oltre allo spray a base di corticosteroidi. Gli antistaminici vengono spesso usati con un decongestionante, come pseudoefedrina, per via orale.
Associazioni di antistaminici e decongestionanti sono disponibili come farmaco da banco, in un’unica compressa. Tuttavia, i soggetti con alta pressione sanguigna non devono assumere un decongestionante, a meno che un medico non lo prescriva ed effettui un monitoraggio sugli eventuali effetti indesiderati. Inoltre, le persone che assumono inibitori della monoaminossidasi (un tipo di antidepressivo) non possono assumere un prodotto che associ un antistaminico a un decongestionante.
Decongestionanti sono disponibili come farmaci da banco, sotto forma di gocce nasali o spray. L’utilizzo non deve protrarsi per molti giorni perché l’impiego continuativo per una settimana o più può peggiorare o prolungare la congestione nasale (effetto rimbalzo) e causare congestione cronica.
Da ricordare i possibili effetti collaterali degli antinstaminici, quali sonnolenza, bocca secca, visione annebbiata, stipsi, difficoltà a urinare, confusione e stordimento.
Il lavaggio regolare dei seni paranasali con una soluzione salina calda (acqua e sale) può contribuire ad allentare ed eliminare il muco e a idratare le pareti nasali. Tale tecnica è definita irrigazione dei seni paranasali.
Se questi trattamenti sono inefficaci, si può assumere un corticosteroide per via orale o tramite iniezione per un breve periodo di tempo (spesso per meno di 10 giorni), su prescrizione del medico curante.
Sintomi oculari
L’applicazione di un collirio normale (come le lacrime artificiali) può contribuire a ridurre l’irritazione. Evitare di indossare le lenti a contatto durante gli episodi di congiuntivite.
I colliri a base di antistaminici causano il restringimento dei vasi sanguigni (vasocostrittore) possono essere spesso efficaci (non necessitano prescrizione). Invece i colliri a base di cromoglicato e corticosteroidi vengono utilizzati nei casi più severi e necessitano prescrizione medica.
Immunoterapia specifica (desensibilizzazione)
Qualora gli altri trattamenti si rivelino inefficaci, la vaccinoterapia desensibilizzante può essere d’aiuto.
È necessaria nelle seguenti situazioni:
In caso di sintomi gravi
Se non è possibile evitare il contatto con l’allergene (ex: per lavoro);
Quando i farmaci abitualmente usati per trattare la rinite o la congiuntivite allergica non riescono a controllare i sintomi;
Se insorge asma.
La vaccinoterapia desensibilizzante specifica per la febbre da fieno deve essere iniziata dopo la stagione dei pollini, per prepararsi alla stagione successiva. Questa terapia presenta più effetti collaterali se iniziata durante la stagione dei pollini, perché gli allergeni hanno già stimolato il sistema immunitario. Offre il massimo dell’efficacia se continuata per tutto l’anno.
Rachele Penati
Medico Chirurgo