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#MedMonday: LA DONAZIONE DEGLI ORGANIIndietro

Ognuno di noi può salvare delle vite... accettando di donare organi e tessuti. La donazione, nelle sue molteplici forme, è espressione di reciprocità e solidarietà. I principi di gratuitàlibertàconsapevolezzavolontarietà e anonimato sono trasversali in Italia a tutte le tipologie di donazione vengono gestite tutelando sia il donatore e sia il ricevente.

Ci sono tanti modi per diventare donatore e lo si può essere sia in vita che dopo la morte. Partiamo questa settimana dalla prima tipologia, la donazione in vita.

DONAZIONE IN VITA: la donazione di organi
In vita si possono donare un rene ed una porzione del fegato (split epatico)
. Dal 2012 è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino.

In Italia le donazioni da vivente di rene e fegato sono frequenti... in media, si fanno più di 300 interventi l’anno! In genere, queste tipologie di interventi si eseguono tra consanguinei (come genitore e figlio) o persone affettivamente correlate (come moglie e marito). Ma si può anche donare il rene in favore di uno sconosciuto: è la donazione “samaritana”, che consente di salvare la vita di un paziente con il quale non si ha alcun legame di tipo parentale o affettivo. La maggior parte dei centri autorizzati al trapianto di rene da vivente, eseguono il prelievo dell’organo con tecniche mini-invasive come la laparoscopia.

Il trapianto da donatore vivente è una valida opzione terapeutica che presenta risultati migliori rispetto a quella da donatore deceduto.

DONAZIONE IN VITA: la donazione di cellule staminali emopoietiche
Le cellule staminali emopoietiche,
che danno origine a tutti gli elementi del sangue (come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), possono essere donate soltanto durante la nostra vita. Queste cellule si trovano nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue contenuto nel cordone ombelicale; con queste cellule è possibile curare malattie come le leucemie e le malattie genetiche rare. 

È fondamentale che ci sia una compatibilità tissutale tra donatore e ricevente. Questa compatibilità genetica si verifica solo una volta su quattro in ambito familiare (fratelli/sorelle) e una su centomila (1:100.000) tra non consanguinei. Per questo motivo sono nati in tutto il mondo dei Registri Nazionali, veri e propri archivi collegati tra di loro, nei quali figurano le caratteristiche genetiche dei potenziali donatori.

Per iscriversi al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo - IBMDR bisogna avere un’età compresa tra 18 e 35 anni, pesare almeno 50 kg ed essere in buona salute; si resterà iscritti al Registro IBMDR fino al raggiungimento del 55° anno di vita. Si può anche effettuare una pre-iscrizione online sul sito del Registro IBMDR oppure rivolgendosi a uno dei centri donatori in Italia.

Sangue del cordone ombelicale
In Italia è anche consentito donare il sangue del cordone ombelicale, oppure conservarlo ad uso dedicato. La legge italiana sostiene la donazione solidale e dedicata sulla base di alcuni principi:

  • scientifici, fondati sulla cosiddetta “medicina dell’evidenza”. Ad oggi, la principale applicazione clinica delle cellule staminali emopoietiche del cordone è il trapianto, che rappresenta una terapia salvavita e consolidata di grande successo per curare gravi malattie del sangue (come le leucemie), linfomi e alcuni disordini congeniti;
  • etici, fondati sulla reciprocità e solidarietà civile che contraddistingue il nostro Sistema Sanitario Nazionale.

La raccolta del sangue cordonale è una manovra semplice, che viene effettuata dopo la nascita del bambino e del taglio del cordone e, quindi, non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato. Il sangue cordonale è prelevato solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato.
La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato, sottoporsi ad un colloquio anamnestico e ad esami del sangue (gratuiti) al parto e dopo sei mesi, per escludere la presenza di malattie infettive che possono essere trasmesse all'eventuale ricevente.

DONAZIONE DOPO LA MORTE
Ogni cittadino maggiorenne può esprimere il proprio consenso o dissenso finalizzato alla donazione di organi e tessuti dopo la morte attraverso una delle seguenti modalità:

  • firmando il modulo presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento;
  • presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d’identità;
  • compilando il tesserino blu del Ministero della Salute o una delle donor card distribuite dalle associazioni di settore -> in questo caso è necessario conservare questa tessera tra i propri documenti personali;
  • compilando l’atto olografo della Associazioni Italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule AIDO;
  • riportando la propria volontà su un foglio bianco, comprensivo di data e firma -> anche in questo caso è necessario custodire questa dichiarazione tra i propri documenti personali.


Questi modi sono tutti pienamente validi ai sensi di legge. Si può cambiare idea sulla donazione in qualsiasi momento poiché, in caso di accertamento della volontà espressa in vita, fa sempre fede l’ultima dichiarazione resa in ordine temporale.

Nel caso in cui la persona non abbia rilasciato in vita una dichiarazione in merito alla donazione di organi e tessuti, il prelievo è consentito solo se i familiari aventi diritto non si oppongono alla donazione. Per i minori sono sempre i genitori a decidere.

Gli organi che possono essere donati dopo la morte sono: cuore, polmoni, rene, fegato, pancreas e intestino; tra i tessuti: pelle, ossa , tendini, cartilagine, cornee, valvole cardiache e vasi sanguigni.

A prossima settimana!