Il sangue del cordone ombelicale è un bene prezioso, che racchiude al suo interno cellule staminali emopoietiche in grado di produrre continuamente globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Esso risulta quindi una risorsa fondamentale per la cura di gravi malattie del sangue e del sistema immunitario, come le leucemie, i linfomi, la talassemia, malattie congenite come l’immunodeficienza primaria e malattie ereditarie metaboliche.
La legge italiana sostiene la donazione solidale e dedicata sulla base di due principi:
scientifici, fondati sulla cosiddetta “medicina dell’evidenza”, come nel caso di trapianto (es: linfomi, leucemie,..);
etici, fondati sulla reciprocità e solidarietà civile.
Esistono tre possibili vie per la donazione del sangue del cordone ombelicale.
1. Donazione allogenica – solidaristica
Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino per chiunque ne abbia bisogno e risulti compatibile. La conservazione avviene solo nelle banche pubbliche.
2. Donazione dedicata – per un familiare ammalato
Consiste nel donare il sangue del cordone ombelicale per:
curare un membro del nucleo familiare (esempio, un fratello o una sorella), nel caso in cui, come previsto dall’ordinanza vigente, vi sia nella famiglia un alto rischio di avere figli affetti da “malattie geneticamente determinate per le quali risulti scientificamente, l’effettiva presenza della malattia o il rischio che essa insorga o si sviluppi nel tempo devono essere certificati da un medico genetista o dallo specialista che segue il bambino".
3. Donazione autologa – conservazione privata
Consiste nel raccogliere il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino esclusivamente per un suo uso personale. I costi inerenti alla conservazione autologa sono a carico del richiedente.
Ogni nuova mamma in salute può essere una donatrice se presenta queste caratteristiche:
storia clinica del padre e della madre del neonato note;
nessun rischio di trasmissione di malattie genetiche in famiglia;
nessuna positività e/o rischio di HIV e/o di epatite;
nessun viaggio precedente in paesi con rischio di malattie endemiche;
nessuna assunzione di farmaci controindicati, abuso di alcol o droghe;
parto in un punto nascita accreditato al prelievo del sangue cordonale;
nascita senza sofferenza fetale.
La raccolta del sangue cordonale è una manovra semplice, che viene effettuata dopo la nascita del bambino e del taglio del cordone e quindi non comporta nessun rischio né per la madre né per il neonato. Il sangue cordonale è prelevato solo se in sala parto possono essere assicurati i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato.
La mamma che desidera donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato, sottoporsi a un colloquio anamnestico e a esami del sangue (gratuiti) al parto e dopo sei mesi per escludere la presenza di malattie infettive che possono essere trasmesse al ricevente.
Per ulteriori informazioni, è disponibile la guida per i genitori: http://www.trapianti.salute.gov.it/imgs/C_17_cntPubblicazioni_137_allegato.pdf
È possibile donare presso una struttura ospedaliera che risulti accreditata come punto di raccolta. Di seguito indico inoltre l’elenco delle strutture dedicate: https://www.centronazionalesangue.it/sites/default/files/Elenco%20centri%20di%20raccolta%20al%2031.12.2018.pdf
A settimana prossima,
Dott.ssa Rachele Penati